Il Ghetto di Varsavia
Quando Mario Lattes si laurea – il 26 novembre del Sessanta, con una tesi sul Ghetto di Varsavia (110 e lode) – non è un giovane che sta compiendo il suo percorso di formazione. Trentasettenne, partecipa attivamente alla vita culturale con una rivista, che ha fondato e dirige; con la sua casa editrice; dipingendo e scrivendo. Anche la tesi, frutto maturo di tale impegno, interrogazione del suo destino di ebreo, è destinata alla pubblicazione: la presente edizione – come mostrano le carte d’archivio – non è il recupero dell’incunabolo di un autore illustre, ma la restituzione di un libro mancato, che avrebbe dovuto essere pubblicato da Einaudi ma che alla fine, anche per ragioni ideologiche, venne rifiutato da quello stesso editore che lo aveva inizialmente accolto.
Il Ghetto di Varsavia
Quando Mario Lattes si laurea – il 26 novembre del Sessanta, con una tesi sul Ghetto di Varsavia (110 e lode) – non è un giovane che sta compiendo il suo percorso di formazione. Trentasettenne, partecipa attivamente alla vita culturale con una rivista, che ha fondato e dirige; con la sua casa editrice; dipingendo e scrivendo. Anche la tesi, frutto maturo di tale impegno, interrogazione del suo destino di ebreo, è destinata alla pubblicazione: la presente edizione – come mostrano le carte d’archivio – non è il recupero dell’incunabolo di un autore illustre, ma la restituzione di un libro mancato, che avrebbe dovuto essere pubblicato da Einaudi ma che alla fine, anche per ragioni ideologiche, venne rifiutato da quello stesso editore che lo aveva inizialmente accolto.